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Il counseling per il commercialista. Un modo per aumentare il proprio capitale sociale?

Il counseling per il commercialista. Un modo per aumentare il proprio capitale sociale?

Il counseling per il commercialista. Un modo per aumentare il proprio capitale sociale?

Con questo articolo inizio una serie di articoli dedicati ai miei colleghi commercialisti, con lo scopo di diffondere nuovi concetti indispensabili per l’evoluzione della nostra professione.

Anche se di parte, considero la professione del commercialista quella che più di tutte rappresenta il vero trait union tra le istituzioni e i cittadini.

Un noto film dal titolo “Anche i commercialisti hanno un’anima” poneva scherzosamente l’accento sulla parte umana e relazionale del commercialista …oggi è diventato indispensabile se non prevalente dedicargli attenzione, anche se solo per un fine utilitaristico: coltivarsi la clientela e fronteggiare la crisi.

Nuovi concetti

Nuovi concetti, quindi, che saranno espressi a puntate sui quali aspetto il feedback dei colleghi per un confronto autentico e arricchente.

In questo primo articolo parlerò del Counseling come leva competitiva per aumentare il capitale sociale relazionale del commercialista.

Intendendo come capitale sociale quell’insieme di caratteristiche che in genere si definiscono innate di un professionista come il carisma, la simpatia, l’autorevolezza, l’empatia… la dimensione della rubrica!

Il commercialista ha bisogno dei clienti e viceversa: in questo sinallagma la differenza è data dalle competenze relazionali che non è necessario siano innate o ereditate, possono essere coltivate, facilitate, integrate tramite un mirato percorso di counseling.

Intanto definiamo che cosa intendo per counseling e cioè l’arte della comunicazione e dell’ascolto efficace in primis verso noi stessi e poi di conseguenza verso gli altri. Significa dare attenzione a tutti quegli aspetti, sinora generalmente sottovalutati, come: Che modo di parlare ho? So ascoltare? Come gestisco il mio tempo? Riesco a mettere in discussione il mio comportamento? Sono disposto a rivederlo per stare meglio e raggiungere l’obiettivo? Iniziare un percorso in questo senso permette di rivedere abitudini e comportamenti stereotipati che incidono direttamente sul nostro capitale sociale e sulla fiducia in noi stessi.

Un effetto a cascata che si traduce in una maggior simpatia, elasticità, buon umore, ottimismo, entusiasmo, voglia di fare e condividere. È come se ci fossimo tolti dei pesi da dosso!

Qual è il prezzo da pagare, potrebbero chiedermi i miei colleghi?

È costituito dalla fatica necessaria a mettere in discussione il proprio comportamento, per cercare di esprimere nel lavoro la propria nota originale.

A volte basta poco… come capire di volersi specializzare in un dato settore, fare quei cambiamenti che da tempo vogliamo fare e non facciamo… come aprire uno studio tutto nostro, oppure associarci, cambiare dei collaboratori, mandare via alcuni clienti, uscire di più, iniziare un’attività sportiva, leggere romanzi, gestir meglio il tempo…

Delle volte ci manca una spinta per intraprendere quel comportamento che darà i suoi frutti successivamente e magari anche per un lungo periodo. E il counseling, cosi come da me proposto, offre la metodologia pratica per avere questa spinta!

Senza trascurare poi gli effetti sulla nostra salute fisica… insomma si innesca un circolo orientato al benessere del quale non beneficiamo solo noi stessi ma anche chi ci sta vicino, e l’intero sistema sociale.

Gli occhiali giusti

È chiaro che il counseling non è la panacea di tutti i mali, può essere, però, un grande regalo che ci facciamo soprattutto in termini di realizzare quelle cose che non avremmo mai pensato di fare; il nostro potenziale è immenso, occorre solo affrontare il primo ostacolo: mettersi gli occhiali giusti e avere il coraggio di guardarlo.

Noi commercialisti come leva innovativa del sistema paese, che diamo l’esempio agli imprenditori e di conseguenza a tutto il sistema economico dobbiamo dimostrare che la ripresa è possibile partendo proprio dal nostro modo di pensare e di comportarci. È questa la sfida del momento! Noi dobbiamo coglierla e vincerla per contribuire a creare una economia, da me definita, “econolistica”.

Econolistica nel senso di collegare insieme tutti gli interessi economici in gioco tramite la comprensione reciproca e il rispetto di se.

Sono profondamente convinta che questo sia possibile, con sacrificio, entusiasmo e volontà. Concludo citando  una delle mie frasi preferite, di Goethe: La magia è credere in noi stessi. Se riusciamo a farlo, allora possiamo far accadere qualsiasi cosa”.