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Aprire un e-commerce: quando la burocrazia è tutto

Aprire un e-commerce: quando la burocrazia è tutto

Aprire un e-commerce: quando la burocrazia è tutto

Quante volte abbiamo pensato, sia nel caso di giovani magari alle prime esperienze con il mondo del lavoro o soggetti più “anziani” che vogliono arrotondare il proprio stipendio, di aprire un negozio online (o e-commerce per i più avvezzi alla lingua inglese)?

Attività online

Che sia un negozio Ebay, un semplice profilo Ebay, un negozio Amazon o un vero e proprio e-commerce con sito proprio (magari in dropshipping) fa poca differenza: l’importante è vendere, e sopratutto guadagnare (cosa sicuramente più difficile).

Sistemi di vendita

I sistemi di vendita online si sono molto evoluti negli ultimi anni, ed è ormai piuttosto semplice: anche se non si utilizza un sistema come Ebay (già pronto all’uso) o Amazon ci sono molti esempi di e-commerce che si possono creare “in un click” o comunque senza avere troppa dimestichezza con il mondo html e con i siti internet in genere (non li elenchiamo magari per non fare troppa pubblicità).

In linea di massima è quindi molto semplice creare un negozio virtuale e vendere qualunque tipo di prodotto via internet (ovviamente bisognerà poi, come tutti i negozi, essere bravi nella vendita e a farsi “trovare” in rete).

Come regolarizzarsi però da un punto di vista fiscale?

E’ una delle domande che attanaglia chi si avvicina al mondo e-commerce, e vi posso assicurare che non è altrettanto semplice, anche se le procedure sono state sicuramente semplificate da qualche anno a questa parte.

Innanzitutto non è più necessario recarsi presso tutti gli enti competenti per le iscrizioni, ma basta regolarizzarsi con un’unica comunicazione (Comunica ovvero Comunicazione Unica) che iscrive a tutti gli enti preposti, che nel dettaglio sono:

  • il comune dove ha sede l’attività;
  • l’Agenzia delle Entrate per la partita iva;
  • il Registro Imprese;
  • l’INPS.

Per avviare da soli l’attività bisognerebbe accreditarsi comunque presso tutti gli enti sopra (Telemaco, Entratel/Fisconline, INPS online), possedere una firma digitale e una PEC (che è in ogni caso obbligatoria da ottobre 2012 per avviare un’attività): il consiglio che possiamo dare è di rivolgersi sempre ad un esperto, che riuscirà ad effettuare le iscrizioni in maniera molto più veloce e senza dispendio di tempo (e soprattutto con la minima possibilità di errori.

In dettaglio

Vediamo in dettaglio come muoversi (o almeno come operiamo solitamente noi):

  1. Segnalazione al Comune (SCIA): il primo passaggio è questa comunicazione al Comune con indicazione dell’indirizzo del sito attraverso cui si vende ed i dettagli dell’attività. È fondamentale poiché la Camera di Commercio richiede la ricevuta di presentazione e la SCIA stessa per poter procedere. In tutti i comuni tale segnalazione è ormai telematizzata (attraverso il portale “impresainungiorno” o consegnata PEC to PEC), ma è sempre bene contattare il SUAP di competenza perché in molti in Italia non si sono adeguati. È possibile inviare la SCIA contestualmente alla Comunicazione Unica. Non ha solitamente costi per diritti (in alcuni comuni come Roma vi è un costo).
  2. Comunicazione Unica: la comunicazione iscrive a tutti gli enti e permette quindi di aprire la partita iva, iscriversi al Registro Imprese e all’INPS commercianti (obbligatorio per attività di commercio). È sempre consigliato avere una propria firma digitale perché diverse Camere di Commercio richiedono la firma digitale del titolare dell’impresa e non permettono l’utilizzo di una procura di intermediario per l’avvio attività. Il costo per la Comunicazione Unica è di 88-106 euro per il diritto camerale anticipato del primo anno (in base alla provincia) + 35,50 euro per diritti e bolli di segreteria.