La nuova riforma della riscossione approvata dal Governo complicherà enormemente la procedura di ricorso verso le cartelle Equitalia. Tale riforma fa leva su due grandi filoni:
Riguardo a questo step si intende che Equtialia potrà avviare un ravvedimento attraverso il quale verrà evitata l’invalidazione delle cartelle per errori di forma: parliamo di difetti che non necessitano di accertamenti giudiziari (cartelle senza busta, errori nelle firme, etc). In questo modo la procedura eliminerà gli orpelli che rallentano il sistema sfruttando cavilli burrocratici.
Altrettanto importante è la parte che riguarda l’impugnazione delle cartelle di Equitalia: lo scopo è evitare che alcuni cittadini possano ricorrere all’annullamento del pagamento attraverso tali procedura con l’unico motivo di poter arrivare all’invalidazione della cartella confidando sul silenzio assenso. Questa pratica è stata diffusa enormemente fra i debitori e costa all’intero sistema grandi sperperi in denaro ed in tempo.
In questo modo, in caso di ricorso, il cittadino interessato non potrà esercitare ricorsi con esigenze differenti da quelle elencate nella norma vigente:
Il tempo di 60 giorni entro il quale Equitalia era obbligata a rispondere nei confronti della dichiarazione rilasciata dal debitore, è stato eliminato. Inoltre, è stato abrogato l’annullamento della cartella esattoriale una volta trascorsi, almeno, 200 giorni. Non solo, non sarà possibile per il contribuente, procedere alla ripresentazione della dichiarazione di contestazione della cartella di Equitalia.
In poche parole, tali riforme vanno a debellare comportamenti scorretti e piccoli problemi che portavano all’estinzione di un debito senza motivazioni fondate.