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Come avviare un’attività?

Come avviare un’attività?

 

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Sei arrivato ad un punto decisivo della tua vita e hai preso una decisione coraggiosa: avviare un’attività.

Magari hai provato a lavorare saltuariamente emettendo ricevuta occasionale oppure è qualche tempo che lavori alla tua idea nel tempo libero dal lavoro e ora vuoi dedicare tutte le tue energie a questo progetto.

Non ti rimane che aprire una partita IVA che renda legittima la tua attività e ti identifichi davanti alle Autorità per il pagamento dell’imposta IVA per poter poi emettere regolari fatture con un programma di fatturazione.

Come ottenere un numero di partita IVA?

Al momento dell’apertura della partita IVA (che può essere effettuata online, via raccomandata, di persona all’ufficio dell’Agenzia delle entrate più vicino o da un’altra persona tramite delega) come ditta individuale (artigiano o commerciante) o come professionista tramite i modelli AA7 o AA9.

La procedura da seguire non è diversa, l’unica differenza è che per i primi l’iscrizione alla Camera di Commercio è obbligatoria, cosa non necessaria per i secondi.

Sempre nella compilazione di questo documento devi includere l’indicazione del codice ATECO che definisce la tipologia di attività che svolgi e devi indicare regime fiscale e contabile che si adotta.

Come scegliere il regime fiscale?

Le scelte in questo ambito sono essenzialmente due: il regime forfettario oppure quello ordinario.

Se scegli di optare per il primo devi assicurarti di avere tutti i requisiti per poterlo fare (guadagni non maggiori della soglia fissata per l’attività, i costi dei collaboratori non devono andare oltre i 5000 euro lordi e il costo dei beni strumentali non può essere superiore ai 2000 euro).

Se aderisci a questo regime, non devi applicare l’IVA sulle fatture né detrarla sugli acquisti, liquidarla o presentare le relative dichiarazioni.

Inoltre, sei tenuto a pagare un’imposta sostitutiva di IRPEF e addizionali comunali pari al 15% ad una base imponibile calcolata sui guadagni a cui viene applicato un coefficiente di redditività.

Il regime ordinario, invece, non impone nessun limite per potervi accedere e prevede la normale applicazione dell’IVA e degli obblighi che ne conseguono con imposte pari al 23% per IRPEF, 2% per addizionali comunali e regionali e il 4% di IRAP.

Quale regime contabile adottare?

In questo senso esistono essenzialmente due opzioni:

  • Contabilità semplificata a cui possono accedere lavoratori autonomi, professionisti, SNC, SAS, ditte individuali a patto che abbiano compensi fino a 400.000 euro per la prestazione di servizi e 700.000 euro per tutte le altre attività. Inoltre, una novità introdotta dalla Legge di Stabilità 2017 è rappresentata dal fatto che imprenditori individuali e società di persone vengono equiparati ai professionisti e il criterio di contabilità diventa quello di cassa.

Gli aderenti a questo regime devono presentare una documentazione ridotta ovvero registro degli acquisti, delle fatture o corrispettivi e quelli necessari per la dichiarazione IVA.

  • Contabilità ordinaria che viene applicata a coloro che hanno redditi superiori ai limiti imposti per accedere al regime semplificato e prevede la redazione di altri documenti oltre a quelli elencati sopra come libro giornale, inventari, sociale, mastro, scritture di magazzino.

Adempimenti INPS e INAIL

Infine è importante sapere che per legge devi pagare i contributi pensionistici alla tua cassa di previdenza se la tua professione ne ha una di riferimento oppure alla Gestione Separata INPS e avere una posizione INAIL per te e i tuoi eventuali dipendenti come assicurazione per eventuali incidenti o infortuni sul lavoro.

Ora che hai tutti gli strumenti necessari per orientarti, puoi avviare le procedure burocratiche per la tua nuova attività.