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Guadagnare con le Affiliazioni senza la partita Iva è possibile?

Guadagnare con le Affiliazioni senza la partita Iva è possibile?

Guadagnare con le Affiliazioni senza una partita Iva è possibile?

Chi li utilizza già conoscerà nel dettaglio le modalità di utilizzo dei programmi di affiliazione disponibili in rete e con i quali è possibile tentare un primo guadagno online.

Chiarirne nuovamente il funzionamento aiuterà comunque il lettore a comprenderne al meglio i risvolti fiscali.

Aderire ad un programma di affiliazione vuol dire sottoscrivere un contratto con il gestore di un determinato sito web il quale preveda per te una delle tre seguenti forme di guadagno:

  1.  Pay Per Click (PPC): ricevi un importo fisso per ogni click degli utenti sui banner/link inseriti nel tuo sito che promuovono un determinato “merchant”;
  2. Pay Per Lead (PPL): ricevi un importo fisso per ogni iscrizione (o compilazione di un modulo che riconduce ad un “merchant” terzo) fatta dagli utenti che provengono dal tuo sito;
  3. Pay Per Sale (PPS): ricevi una percentuale (o un importo fisso) sul valore degli acquisti fatti da visitatori provenienti dal tuo sito.
Lo scopo è quello di chiudere con utenti terzi un contratto in nome e per conto del cliente (il “merchant” del quale pubblicizzi il nome tramite gli appositi link/banner pubblicati sul tuo sito o blog).

Affiliazioni famose

Eccoti alcuni esempi di programmi di affiliazione molto diffusi ed utilizzati in rete:

Più complicato è l’inquadramento prima civilistico e poi fiscale dei programmi di affiliazione sul web.

Premesso che ogni singolo caso deve essere analizzato nel dettaglio (es.: condizioni contrattuali, modalità concrete di svolgimento dell’attività, numero siti web/blog utilizzati per la promozione, ecc. ecc.) – in quanto non esistono in materia fiscale soluzioni valide per tutti – è possibile ricondurre la fattispecie dei programmi di affiliazione ora all’istituto del “procacciamento di affari”, ora all’espletamento di un’attività commerciale (nello specifico si tratterebbe della resa di servizi pubblicitari).

È necessario aprire una partita IVA per guadagnare mediante programmi di affiliazione?

In estrema sintesi e semplificazione, se i compensi incassati derivano:

  • in parte dalla “gestione e comunicazione di un programma promozionale” (mi riferisco ad un compenso fisso che si riceva per la promozione di una proposta commerciale relativa al committente mediante banner e/o link da ospitare sul proprio sito/blog),
  • in parte dall’attività di “intermediario” (mi riferisco ad un compenso questa volta variabile da ricevere in percentuale su ognuno degli acquisti andati a buon fine e “riconducibili” ai banner/link ospitati sul proprio sito/blog), potrebbero sussistere gli estremi per ricondurre il rapporto in esame ad un “procacciamento d’affari”.

Il problema vero che qui si pone è legato al carattere dell’occasionalità.

Quand’è che un’attività di affiliazione può definirsi occasionale?

Sappiamo che, ai fini Iva, è necessario “ufficializzarsi” agli occhi del fisco quando l’attività che si pone in essere perde il carattere occasionale per connotarsi invece come “abituale”.

Ai fini della totale trasparenza e correttezza nei confronti del fisco (e per non incappare in contestazioni da parte dell’Amministrazione finanziaria), la strada da prediligere sarebbe quella di aprire una partita IVA con tanto di iscrizione alla Camera di Commercio (dopo aver adottato un adeguato regime fiscale).

Tuttavia, a mio personale avviso, se sei davvero all’inizio (es.: al primo anno di attività) e se l’importo dei tuoi introiti è esiguo (poche centinaia di euro) hai un’altra possibilità cui optare almeno per il primo anno, e però nella consapevolezza del rischio di eventuale contestazione da parte delle autorità fiscali in caso di accertamento.

Commissione tributaria

Ciò anche alla luce di quanto stabilito dalla Commissione tributaria centrale in alcune occasioni e di cui in tale sede mi limito a riportare solo gli estremi: Sez. XIX, dec. 2 dicembre 1993, n.3503; Sez. XVI, dec. 2 novembre 1994, n. 3561; Sez. XVI, dec. 21 febbraio 1996, n. 740; Sez. XXVII, dec. 14 febbraio 1997, n. 351; Sez. II, dec. 7 maggio 1998, n. 2361.

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