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Apertura Partita IVA come fare e quanto costa

Apertura Partita IVA come fare e quanto costa

La Partita IVA è un tema che lascia sempre titubanti. Sorgono infatti spesso domande del genere: dovrò avviarla per vendere questi prodotti? Come posso richiedere l’avvio della Partita IVA? Vediamo di porre risposte precise all’argomento.

Chi deve chiedere la partita IVA

I soggetti diversi dalle persone fisiche quali le società di persone o di capitali, gli enti pubblici e privati, le associazioni e via dicendo, per intraprendere un’attività soggetta ad IVA in forma di impresa (ad esempio, s.r.l. o s.p.a.) ovvero di lavoro autonomo professionale (ad esempio, associazione professionale tra avvocati), sono tenute a richiedere con modalità telematiche il numero di partita IVA all’Agenzia delle entrate.

Leggi anche: Partita IVA: Libero professionista o Ditta Individuale?

Come chiedere la partita IVA

Per aprire la partita IVA, le persone diverse da quelle fisiche devono compilare ed inviare telematicamente il modello di inizio attività AA7/10 in vigore dall’1/1/2010.

Utilizzano tale modello anche i soggetti non residenti che utilizzano una stabile organizzazione in Italia identificandosi direttamente oppure tramite i loro rappresentanti fiscali ex art. 17, co. 3, del D.P.R. n. 633/1972.

Leggi anche: Regime dei Minimi: come aprire Partita IVA?

I soggetti che intraprendono un’attività di impresa, tenuti all’iscrizione nel Registro delle imprese, devono effettuare per via telematica la pratica di Comunicazione unica (c.d. ComUnica), anche nel caso in cui la dichiarazione anagrafica ai fini Iva sia l’unico adempimento da svolgere.

E’ sempre consigliato, prima di passare all’atto pratico, contattare un commercialista anche gratuitamente ed online a tema, ponendo i dubbi più amletici, prima di rischiare di creare un danno economico dal quale difficilmente riusciremo ad uscire indenni.

Dati da inserire nella richiesta di apertura della partita IVA

Chi desidera aprire la posizione IVA è tenuto a fornire tramite il modello AA7/10, oltre ai propri dati identificativi, le seguenti informazioni:

  • estremi di registrazione dell’atto costitutivo (solo se l’atto costitutivo è stato registrato senza indicare il codice fiscale);
  • data di inizio dell’attività;
  • sede legale o amministrativa e domicilio fiscale;
  • attività esercitata, luogo di esercizio e luogo di tenuta delle scritture contabili;
  • rappresentante legale;
  • eventuale attività di commercio elettronico;
  • altre informazioni (ad esempio, dati dell’immobile destinato all’attività).

Costi di apertura della partita IVA

Il numero di partita IVA si ottiene dall’Agenzia delle entrate a costo zero.

Vi sono però i costi dell’onorario, variabile da piazza a piazza, dovuto al professionista (notaio e commercialista iscritto all’albo, a seconda dei casi) a cui si affida l’incarico di:

  • redigere l’atto costitutivo per scrittura privata non autenticata (ad esempio, s.s.) oppure per scrittura privata autenticata (ad esempio, s.n.c.) o per atto pubblico (ad esempio, s.p.a.), oltre all’eventuale statuto;
  • aprire la partita IVA e tenere la contabilità.
Leggi anche: Costi Partita IVA e Regime dei Minimi

Infine, si evidenziano il costo del diritto camerale dovuto da chi svolge attività di impresa per l’iscrizione nel Registro delle imprese e il costo per ottenere l’indirizzo pec.

Costi annui di mantenimento della partita IVA

I costi annui di mantenimento della partita IVA necessaria per svolgere l’attività di impresa o di lavoro autonomo sono:

– i costi inerenti l’attività stessa (ad esempio, le spese per i dipendenti o collaboratori, per le utenze, per l’affitto degli immobili, per l’acquisto e la manutenzione degli autoveicoli);

– i costi per la tenuta della contabilità semplificata od ordinaria (obbligatoria per le società di capitali);

– i contributi previdenziali INPS (ad esempio, contributi artigiani e commercianti) o alla cassa professionale di appartenenza (ad esempio, INARCASSA per la società tra ingegneri;

– i premi INAIL (ad esempio, nel caso della società artigiana);

– le imposte e tasse (ad esempio, IRES, IRAP e tributi locali).

Esempio pratico

Tre amici intendono costituire una s.r.l. con capitale di euro 10.000 per svolgere l’attività di commercio all’ingrosso di cancelleria e prodotti per ufficio con un dipendente. Verrà attuata anche la vendita online con proprio sito web. Ci si rivolge ad un commercialista iscritto all’albo per le pratiche di avvio e per la continuazione dell’attività.

La s.r.l. va costituita per atto pubblico con l’intervento di un notaio (costo variabile tra euro 800 e euro 1.500).

Per la costituzione sono anche dovuti bolli e diritti per circa euro 250 e l’imposta di registro per euro 200.

Il commercialista predispone la modulistica telematica di richiesta del codice fiscale e della partita IVA all’Agenzia delle entrate, segnalando lo svolgimento dell’attività di commercio elettronico con proprio sito web autonomo, e la manda al notaio che la allega alla pratica ComUnica di iscrizione della società (costi variabili in base al professionista che segue la pratica).

Vi sono poi i costi iniziali per la tassa di vidimazione dei libri sociali (euro 309,87) e per la marca da bollo da euro 16 per ogni 100 facciate per la tenuta della contabilità ordinaria.

Risultano molto più elevati i costi annui di mantenimento della partita IVA tra i quali si segnalano il diritto annuale CCIAA (a partire da euro 200), la tassa di vidimazione dei libri sociali (euro 309,87), il costo per il deposito del bilancio  (circa euro 130), le consulenze fiscali e del lavoro che variano in base al professionista e alle specifiche esigenze della società.